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Dieci squadre di donne in rosa si preparano a sfidarsi dal 28 al 30 giugno a Treviso, nella 3° edizione del Trofeo Dragon Boat della LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori: ad accomunarle l’esperienza vissuta del cancro al seno, ma anche la voglia di lottare e di tornare a vincere, anche nello sport come nella vita: remare su una Dragon Boat, imbarcazione di origine orientale con testa e coda di drago composta da un equipaggio di 22 persone, costituisce una tipologia di riabilitazione complementare e integrativa per le donne operate al seno, fuori dagli schemi tradizionali.
Dopo le edizioni di Sabaudia e di Bari, la LILT Nazionale, coadiuvata dalla LILT provincia di Treviso, dal gruppo Akea Rosa Treviso e dal Coordinamento Regionale Veneto, con il supporto del Comune di Treviso, vedrà questa nuova edizione disputarsi sulle acque del Sile a Treviso, con l’intento di riportare l’attenzione sulla forza di queste donne, che testimoniano il ruolo significativo dello sport nel percorso di riabilitazione psico-fisica e sociale dopo il tumore al seno: vogare, come testimoniato da tempo dalla letteratura scientifica internazionale, è particolarmente indicato dopo il cancro alla mammella, costituendo un’attività intensa e ripetitiva che coinvolge il tronco e l’arto superiore, con un effetto “pompa” sul linfedema; inoltre è sicuro, non è pesante come la corsa, per di più può favorire un graduale recupero della forza e articolarità dell’arto superiore, un maggior controllo posturale, propriocettivo e cinestesico. Consente un approccio completo, da un punto di vista fisico, ma anche relazionale, e favorisce lo sviluppo delle capacità di resilienza ed empowerment. È infine un grande strumento di socializzazione, che contribuisce anche dal punto di vista psicologico nella riabilitazione dopo il periodo difficile legato alla malattia.
“Questa manifestazione ci ricorda quanto sia importante lo sport anche per le donne operate di tumore al seno, a livello sia fisico che psicologico. Il carcinoma mammario è ancora il big killer delle donne, il più frequente in assoluto nella popolazione femminile, colpisce 1 donna ogni 8 nell’arco della vita – ha detto il senologo-chirurgo Francesco Schittulli Presidente della LILT Nazionale – e l’elevata incidenza della malattia e la sua tendenza alla cronicizzazione hanno fatto registrare un progressivo incremento di richiesta riabilitativa: dall’immediato post operatorio è fondamentale la ripresa della vita attiva, sia per correggere eventuali limitazioni funzionali che per supportare il reinserimento sociale e occupazionale della donna”.

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