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Secondo l’antica arte giapponese del kintsugi, ogni frattura, guasto, errore, può trasformarsi in una preziosa opportunità. Una metafora che nasce dalla pratica di aggiustare il vaso che cade a terra e si rompe ricomponendone i cocci con la polvere d’oro, plasmando da pezzi singoli pregiati manufatti. Così il tempo, che recupera il suo valore, diventa il modo per rimettere in sesto ciò che non va. È “il tempo che aggiusta le cose” il tema su cui si costruisce la quinta edizione del Festival della Lentezza, dal 14 al 16 giugno 2019 tra gli splendidi cortili, le sale, il maestoso giardino della Reggia di Colorno (Parma). Un evento, che è anche un luogo di contaminazione reciproca, fatto di incontri, laboratori, concerti, spettacoli, mostre per grandi e piccoli, ad ingresso gratuito e senza alcuna barriera tra gli artisti e il pubblico. Nel 2018 l’idea poetica su cui è stato realizzato il festival era “coltivare” e hanno partecipato circa 20mila persone, le quali hanno potuto assistere agli incontri e spettacoli portati in scena, tra gli altri, da Umberto Galimberti, Stefano Mancuso, Samuele Bersani, Erri De Luca, Cecilia Strada e Paolo Fresu. Per la prossima edizione, si attendono altri appuntamenti importanti, nell’idea di favorire nuovi stili di vita, riprendere il proprio tempo e riflettere, per 3 giorni, sulla necessità di rimettere al centro la qualità e il benessere dei rapporti umani, nel rispetto del territorio e delle sue risorse, attraverso la cultura e la creatività. Per “aggiustare”, con speranza contagiosa, ciò che la fretta ha sottratto, riconquistando il tempo a cui abbiamo rinunciato e immaginando un nuovo futuro. La manifestazione è promossa dall’Associazione Comuni Virtuosi in collaborazione con il Comune di Colorno.

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