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Anche il settore termale sta studiando come “ripartire” dopo l’emergenza Covid-19.Sicurezza igienica dei percorsi e dei trattamenti; aggiornamento dell’offerta con nuove proposte curative e riabilitative; un concreto inserimento nel sistema sanitario dei territori; potenziamento della ricerca scientifica e della formazione in medicina termale: queste alcune delle proposte e delle  strategie operative emerse dal webinar svoltosi il 28 aprile per iniziativa di FEMTEC, Federazione mondiale del Termalismo, al quale hanno partecipato i leader delle istituzioni termali di 14 Paesi.

Coordinati da Umberto Solimene e Alceste Santuari i vari relatori hanno affrontato le gravi attuali problematiche termali connesse alla pandemia del Covid-19 e alle varie disposizioni di legge nei differenti Paesi. Trattandosi di una “tragedia collettiva”, come ha dichiarato il professor Solimene, che comporta anche imponenti problemi economico-sociali, tutti i partecipanti hanno sottolineato la fondamentale importanza del supporto economico e normativo dei rispettivi Governi per salvare un settore che in alcuni territori svolge un ruolo chiave. Segnaliamo in particolare gli interventi di P. Cantista, F. Maraver, T. Dubois, R. Blaser, P. Geher, I. Sisoyenko, O. Surdu, J. Choinowski, J. Wang, C. Davidson, A. Razumov, F. Menendez, M. Cohen.

Molto apprezzata, in particolare, la  partecipazione della delegazione italiana guidata dal Presidente di Federterme Massimo Caputi con Aldo Ferruzzi e Aurelio Crudeli che hanno presentato le iniziative in corso, tra cui il progetto “Terme sicure”, in rapporto con le istituzioni parlamentari e governative del nostro Paese. Alcuni tra i punti salienti dell’incontro.

L’emergenza sanitaria collegata alla pandemia da Covid-19 ha evidenziato la necessità di disporre di un’adeguata rete di protezione socio-sanitaria, in grado di permettere un efficace dialogo tra servizi sanitari e servizi territoriali. Un’adeguata integrazione tra risposta clinica sanità pubblica sembra essere la politica più efficace nell’affronto dell’emergenza. Il professor Stefano Masiero, direttore della Scuola di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Padova, ha presentato proposte terapeutiche innovative nel settore  per il trattamento dei pazienti guariti, che possono presentare  gravi sequele patologiche, proponendo anche la formula assistenziale dei “medical hotel”, strutture alberghiere dotate di assistenza medica specifica che propongono offerte di percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitative.

Le terme sono strutture che erogano servizi sanitari ai quali possono accompagnarsi anche servizi e attività che ricadono nel comparto dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. Spesso, tuttavia, le strutture termali sono ancora lontane dall’essere percepite quali componenti a pieno titolo dei sistemi socio-sanitari nazionali. Basti ricordare che negli ultimi anni le terme si sono forse troppo preoccupate di promuovere prevalentemente un’immagine turistico-ludica a scapito di quella sanitaria, che rimane invece il core delle terme. Il turismo costituisce un importante fattore integrativo dell’offerta termale ma non è quello prioritario. E’ probabile che questa percezione abbia  finito per rendere l’offerta termale marginale rispetto alla domanda di salute. Da ciò consegue la posizione secondaria che le terme sembrano avere anche nell’attuale emergenza sanitaria.

La pandemia Covid-19 si rivela, a detta di tutti gli intervenuti, un’occasione per ripensare e ridisegnare il futuro del termalismo. L’offerta terapeutica, la tutela della salute e la promozione di stili di vita che le terme possono proporre si inseriscono a pieno titolo nel moderno concetto di “one health” definito anche come salute circolare: essere parte di un solo sistema in cui la salute, specialmente quella dell’uomo, è strettamente interdipendente da quella degli altri. E’ questo il cuore dell’one health, che promuove una gestione integrata  nell’ambito della salute pubblica. In questa prospettiva le terme si possono proporre, rifacendosi anche alla tradizione ippocratica, come una delle componenti fondamentali delle politiche e degli interventi di salute pubblica, in specie in chiave preventiva.

Per realizzare questo scopo il professor Solimene ha indicato i passi del cammino che le terme devono compiere per arrivare a un profondo processo di autonalisi critica, costruttiva e propositiva e, in particolare:

  1. Evidenziare con energia la loro “vocazione” sanitaria, anche sottoponendo a seria revisione la recente evoluzione;
  2. Analizzare al loro interno la specifica offerta terapeutica;
  3. Sviluppare una seria politica di azioni e di interventi in collaborazione con i medici di medicina generale e le farmacie territoriali;
  4. Avvalersi delle moderne tecnologie digitali, telemedicina compresa;
  5. Offrire ai sistemi socio-sanitari la propria expertise in un sistema di programmazione e di prevenzione coordinata;
  6. Rafforzare la ricerca scientifica;
  7. Rivedere radicalmente gli aspetti strutturali organizzativi in funzione delle nuove realtà socio-ambientali e della nuova domanda di salute;
  8. Superare il “particolarismo” locale e nazionale  dell’approccio, pur considerando le specificità di tradizione, di ambiente, di cultura e di normative di ciascuna struttura termale.

“Le terme dovrebbero diventare cluster della salute: tendere cioè ad un coordinamento  in funzione di una capacità di creare risposte sistemiche e non estemporanee”, ha concluso il professor Solimene. A tal fine è stata accolta la proposta di creare a breve un Gruppo di lavoro Internazionale composto da esperti di  varie discipline per elaborare un documento-guida di attività nelle aree di diverso interesse e da sottoporre ai competenti organismi nazionali e internazionali.

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