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Uno spettacolo che porta in scena una storia di arte, di lotta e di resilienza. ‘Artemisia Gentileschi. La forza dal dolore’ è la rievocazione drammaturgica della vita della celebre pittrice seicentesca ricordata, purtroppo, non solo per il suo talento, ma anche per la violenza sessuale che subì da giovanissima da parte del suo maestro, Agostino Tassi, dando vita al primo processo per stupro di cui si abbia piena testimonianza in Italia.
Una rappresentazione teatrale che affronta un tema delicato e, purtroppo, attuale, come quello sulla violenza di genere, organizzata dal Comune di Firenze, all’interno del Festival dei diritti, voluto dall’assessore alle Pari opportunità Sara Funaro per sensibilizzare contro la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e le discriminazioni Lgbti.
‘Artemisia Gentileschi. La forza dal dolore’ è realizzato con il sostegno dell’azienda farmaceutica Menarini che proprio lo scorso anno ha dedicato la sua annuale monografia d’arte proprio ad Artemisia Gentileschi. Lo spettacolo, scritto e diretto da Gaetano Pacchi, vede al centro un’Artemisia in età matura, interpretata da Pamela Villoresi, che si confronta con tre le figure, che ebbero un ruolo importante anche nella dolorosa vicenda: il padre Orazio, la vicina di casa Tuzia, e il suo carnefice Agostino Tassi.
“Sono molto felice di partecipare al Festival dei diritti – ha detto Pamela Villoresi – soprattutto con una storia come quella di Artemisia Gentileschi e del suo processo, il primo in cui un uomo fu condannato per stupro. È stata la prima sentenza di colpevolezza per uno stupratore e questo apre sempre le porte a un domani. Bisogna sempre ricordarselo e ricordare a tutte le donne che l’importante è sempre denunciare la violenza che ci subisce soprattutto tra le mura domestiche”.
“Questo spettacolo, realizzato grazie al contributo di Menarini, è uno degli eventi simbolo del Festival dei diritti – ha detto l’assessore alle Pari opportunità Sara Funaro -. Siamo orgogliosi che Pamela Villoresi sia con noi a interpretare Artemisia, l’emblema della violenza sulle donne e delle donne che iniziano a denunciare la violenza subita e a prendere coraggio per far valere i propri diritti. Cosa che ancora oggi non è così scontato. Abbiamo, infatti, dei dati che dimostrano che le denunce di violenza sono aumentate nel tempo, ma c’è ancora tanto sommerso”.
“Una rappresentazione teatrale che ricorda la figura della pittrice del 600 Artemisia Gentileschi, un’artista che a distanza di secoli incarna ancora oggi il non arrendersi alle violenze e ai soprusi subiti e allo stesso tempo la forza e il talento delle donne. Una storia – commenta la presidente della Commissione cultura del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani – purtroppo ancora troppo attuale. Il teatro permette di affrontare questi temi in modo più diretto facendo riflettere lo spettatore sul messaggio che incarna questa artista, per sconfiggere la violenza sulle donne ed affermare il rispetto. È nostro dovere non smettere mai di promuovere il talento delle donne e l’uguaglianza di genere”.
“Lo scorso anno, Menarini ha arricchito la sua collana d’arte, in stampa dal 1956, con un volume dedicato proprio ad Artemisia Gentileschi: un’artista straordinaria e talentuosa, ma anche una donna coraggiosa che ha avuto la forza di rinascere dopo la violenza subita da adolescente – ha detto Valeria Speroni Cardi, direttore Press & Media Relations del Gruppo Menarini -. Per il Gruppo è stato quindi spontaneo dare il suo contributo affinché la storia di questa pittrice, carica di sofferenza e voglia di riscatto, fosse portata in scena a Firenze. Menarini sostiene da sempre iniziative a tutela delle persone più fragili come i corsi di formazione per giornalisti su un tema delicato come quello della violenza sulle donne”.
“Quello con Artemisia Gentileschi è stato per me un incontro ‘fulminante’ – ha detto Gaetano Pacchi -. Tutto è iniziato nell’estate del 2014 quando Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni, mi ha proposto di pensare a un evento da presentare in occasione della ‘Giornata internazionale contro la violenza sulle donne’, che quell’associazione avrebbe organizzato a Roma nel mese di novembre di quell’anno. Da tempo stavo studiando la figura di Artemisia, avevo letto gli atti del processo e le versioni romanzate, ma affascinanti e suggestive, della sua vita. La richiesta non mi ha trovato, dunque, impreparato. Per lo spettacolo scelsi senza esitazioni Pamela Villoresi perché ritenni che solo la sua intensità interpretativa avrebbe potuto dare cuore e voce ad Artemisia”.
“È un grande piacere per l’Associazione culturale Teatro Puccini ospitare questa iniziativa in collaborazione con il Comune di Firenze e Menarini all’interno della rassegna ‘Il Festival dei Diritti 2018’ – ha detto il direttore organizzativo del Teatro Puccini Sybille D’Arino -. La figura di Artemisia Genntileschi è simbolica della violenza che spesso hanno subito e tutt’oggi subiscono le donne anche nell’ambiente domestico. Il teatro come strumento di sensibilizzazione e formazione critica ha la possibilità e il dovere di trattare queste tematiche così attuali e siamo certi che la forza comunicativa di Pamela Villoresi susciterà emozioni e riflessioni sulla tutela delle donne, dei loro diritti e sulle discriminazioni di ogni genere”.

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