Print Friendly, PDF & Email

A che età bisogna fare la prima visita ginecologica? Come si svolge? Cosa succede se non si hanno rapporti? Molti i dubbi e le domande che le donne si pongono, a cui risponde la dottoressa Rossella Nappi, professoressa di ostetricia e ginecologia all’Università degli Studi di Pavia, all’interno della campagna Meclon Lenex.

“Non esiste un’età definitiva entro cui effettuare la prima visita ginecologica, solitamente si esegue intorno ai 15-16 anni, epoca in cui può iniziare l’attività sessuale oppure dopo il menarca, dunque al cambiamento ormonale, o alla presenza di caratteri sessuali secondari come la comparsa del seno, soprattutto in presenza di domande specifiche o problemi legati a infezioni o sintomi dell’apparato riproduttivo” – spiega la dottoressa – “La visita ginecologica è sicuramente un momento delicato che le donne, molto spesso, non vivono con serenità, ma con forte imbarazzo. Anziché viverlo con ansia e paura, consiglio loro di accogliere gli effetti positivi che si possono trarre dalla visita ginecologica come la miglior conoscenza di sé, la libertà e l’autonomia di gestire la propria sfera sessuale e intima”.

Durante la prima visita, e non solo, il medicoassume un ruolo essenziale in qualità di professionista e anche nell’essere empatico, nell’entrare in relazione con la donna, facendola sentire a proprio agio sin dal momento in cui inizia il colloquio tra medico e paziente, prima dell’effettivo controllo.

“Molto spesso si pensa che si sottopongono a un controllo ginecologico soltanto le donne che hanno rapporti sessuali. Seppur non ci sia nulla di prescrittivo e obbligatorio, è consigliabile una visita con un professionista – medico di base o ginecologo, per esempio presso i consultori – anche se non si hanno rapporti. In genere la visita consiste in un semplice colloquio, in previsione o appena dopo il primo rapporto sessuale, per un’adeguata informazione sulla sfera sessuale, sulla contraccezione e sulla prevenzione delle infezioni e malattie che si possono contrarre” commenta la dott.ssa Nappi.

Un controllo ginecologico segna, dunque, un momento cruciale per la vita di ogni donna, per una conoscenza e ascolto di sé e dei segnali del proprio corpo, di conseguenza una maggiore consapevolezza sul benessere intimo.

C’è un primo momento di anamnesi, in cui la paziente si accomoda e il medico inizia a fare alcune domande per acquisire informazioni importanti sia sulla persona che ha davanti, sia sul motivo della visita e su eventuali infezioni, disturbi o patologie contratte. Concluso il colloquio, il medico invita la paziente a spogliarsi – in una parte della stanza appositamente adibita – e iniziare la visita di controllo.

“Molti i fattori che entrano in gioco durante il momento della visita: età della donna, disturbi, infezioni. Dall’anamnesi il ginecologo fa una serie di valutazioni e in base a queste agisce e procede alla visita che deve essere mirata a documentare l’integrità dell’apparato genitale e a comprendere se esistono necessità contraccettive o margini di miglioramento legati a sintomi e/o patologie correlabili alla mestruazione” conclude la dottoressa Nappi.

È buona norma, prima della visita ginecologica e non solo, prestare attenzione a quelli che sono i segnali del proprio corpo come ad esempio fastidi intimi, prurito, perdite, anomalie nel flusso mestruale così da parlarne con lo specialista nel momento del controllo. Inoltre, è raccomandabile annotare le date del ciclo mestruale, portare analisi o referti – se richiesti e necessari.

Share Button