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E’ disponibile nel portale della Regione del Veneto uno studio ampio e approfondito sul turismo realizzato dall’Ufficio di Statistica regionale intitolato “Analisi del Sistema turistico del Veneto: la domanda, l’offerta, l’impatto economico, sociale e ambientale”.
In Veneto dai circa 10 milioni di arrivi turistici totali nel 1997 si è giunti agli oltre 19 milioni nel 2017, registrando un aumento dell’85,2% in vent’anni, pari a una crescita media annua del 3,2%. Le presenze turistiche totali sono passate dai 51 milioni del 1997 agli oltre 69 milioni del 2017, +35,3% e crescita media annua dell’1,5%.Se non vi sono dubbi, quindi, sul fatto che la domanda di turismo in Veneto ha registrato negli ultimi anni una continua crescita, più difficile è misurarne l’entità dell’impatto economico, in quanto il settore è ampio e articolato, con un insieme di prodotti e servizi che trovano origine anche in industrie diverse. In base alle stime del World Travel & Tourism Council, la ricchezza del comparto ‘viaggi e turismo’ generata nel 2017 nel mondo è di 8.272 miliardi di dollari e in Italia è di 223 miliardi di euro. Anche l’Ufficio di statistica della Regione del Veneto ha voluto fare un esercizio dando un quadro sintetico di una filiera turistica “parziale” generata dalle imprese con attività finalizzate completamente o prevalentemente ad attrarre e soddisfare i bisogni espressi dai turisti. Il fatturato generato dalle attività produttive venete dell’aggregato turistico considerato è pari a 15 miliardi di euro nel 2015 e pesa per il 9,8% del fatturato totale italiano del settore. Le sole imprese ricettive venete nel 2015 hanno realizzato un fatturato che sfonda abbondantemente il tetto dei 3 miliardi di euro. Nel 2017, in Veneto, gli occupati in aziende turistiche del ricettivo, ristoranti, agenzie di viaggio, tour operator, trasporto aereo e marittimo di passeggeri, erano 112.400, 32mila unità in più rispetto al 2011. Il lavoro turistico si contraddistingue per una presenza maggiore di appartenenti alle giovani classi, più frequentemente con un tipo di contratto a tempo determinato, con la più rilevante presenza di stranieri. L’aspetto più caratterizzante è la tipologia dell’orario: se la percentuale di occupati veneti che lavorano di sera non va oltre il 22%, per gli occupati nel turismo supera il 71% e la percentuale di persone che lavorano di notte raggiunge il 40%.  
I turisti stranieri in Veneto viaggiano in compagnia e nel 2017 hanno speso complessivamente 5,9 miliardi di euro. La spesa media giornaliera più bassa si riscontra per la vacanza al mare, a cui si accompagna però la più elevata spesa totale pro capite per effetto della lunga permanenza nei luoghi di villeggiatura. Al lago il turista straniero spende al giorno un po’ di più, ma il soggiorno è più breve. Le vacanze per cui giornalmente si spende di più sono quelle culturali, enogastronomiche o ‘green’. I tedeschi contribuiscono più di tutti gli altri stranieri: spendono solo 78 euro al giorno ma soggiornano a lungo, soprattutto al mare e al lago, per un importo totale che supera il miliardo di euro all’anno. Americani, russi e cinesi spendono al giorno una cifra  attorno ai 200 euro e permangono 2-4 notti. I giapponesi concentrano tutta la spesa in uno o due notti, ma spendono le cifre più elevate, mediamente 255 euro al giorno. Nel complesso dei viaggiatori stranieri si registra un maggior coinvolgimento della popolazione maschile e una prevalenza delle persone di mezza età: circa il 20% ha 25-34 anni, circa il 30% ha 35-44 anni, quasi il 40% è tra i 45 e i 64 anni. Prevale il viaggio con un’unica tappa, segue il viaggio con più tappe in Italia, di cui una sola in Veneto, mentre il 7% dei viaggiatori stranieri pernottano in diverse località della nostra regione. È questa la fetta che potrebbe essere ampliata, proponendo al turista non solo le località più rinomate, ma attirandolo verso le altre preziose e molteplici destinazioni del nostro territorio.  
Il flusso di turisti nel Veneto è caratterizzato da una forte stagionalità, soprattutto nelle località balneari, lacuali e montane. Dal 2001 a oggi, però, si assiste a un leggero miglioramento per i comprensori lacuale, montano e termale. In particolare al lago si riduce la concentrazione in estate a favore dell’autunno, in montagna aumenta la quota di chi predilige l’estate e l’autunno e per le terme, infine, è aumentata l’attrattività della stagione invernale. Sono gli italiani i clienti più propensi a distribuirsi maggiormente durante la stagione: viaggi a breve percorrenza, ripetibili, meno costosi, in momenti meno affollati sono fattori determinanti per una scelta del periodo di svago e relax anche in mesi di media-bassa stagione. 
L’istituzione del ‘contributo di ingresso’ a Venezia ha riproposto decisamente il tema, che non riguarda solo la città lagunare, del delicato equilibrio tra turismo, popolazione residente e ambiente. Il cosiddetto overtourism provoca degrado sociale e ambientale, inquinamento, appiattimento culturale, deterioramento del patrimonio artistico, perdita delle tradizioni locali, soprattutto quando società e ambiente risultano essere più fragili e delicati. D’altro canto, la scarsità di turismo può portare all’impoverimento di un’area e alla riduzione delle risorse finanziarie e dell’interesse per migliorarla e conservarne il patrimonio ambientale e culturale. Considerando i turisti giornalieri e quelli che pernottano in una delle strutture turistiche della regione, si contano mediamente 46 turisti per 1.000 abitanti al giorno, valore che sale a 103 ad agosto, il mese di maggiore affluenza turistica. Sommando la presenza dei turisti a quella dei residenti, in certi periodi dell’anno si verifica che la pressione sul territorio raggiunge anche le 292 persone per kmq, quando per il solo effetto dei residenti è di  267 abitanti per kmq.  Venezia a parte, l’impatto del turismo sulla popolazione è più intenso nei comprensori “balneare” e “lago”, molto al di sopra della media regionale. In agosto, in molte di queste località, il numero dei turisti è superiore a quello della popolazione: 1.043 turisti al giorno ogni 1.000 abitanti al “lago”, 1.296 al “mare”. Nelle zone termali i flussi turistici sono maggiormente distribuiti durante l’anno e la pressione sulla popolazione varia da una media annua di 138 turisti per 1.000 abitanti al valore massimo di 183 nel mese di ottobre. In montagna l’impatto del turismo sulla popolazione si mantiene a livelli inferiori, anche nei mesi di massima affluenza turistica. 

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