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La primavera è ormai arrivata insieme alle celebrazioni pasquali e l’estate si avvicina rapidamente. Future4Tourism, la ricerca previsionale di Ipsos sulle intenzioni di vacanza degli Italiani, monitora periodicamente i piani di viaggio dei connazionali tenendo presente, in questo peculiare momento storico, dell’evoluzione della pandemia, del conflitto Russo-Ucraino e della ripresa dell’inflazione.

Nonostante le forti incertezze del periodo, Il 44% degli italiani è intenzionato a prendersi una pausa durante il periodo pasquale; una quota del tutto simile a quella misurata per la Pasqua 2018, periodo distante da qualsivoglia interferenza pandemica.

La pausa pasquale vedrà suddividersi quasi equamente coloro che si concederanno una gita fuori porta e chi invece pensa di concedersi un long week-end o anche periodi più lunghi con pernottamento decidendo per lo più di rimanere in Italia. Siamo ancora in una fase previsionale: la quota di chi ha già effettuato una prenotazione è molto contenuta.

Allargando lo sguardo a tutto il periodo primaverile, i programmi di viaggio per i mesi di aprile, maggio e giugno, vedono quasi 7 italiani su 10 pronti a fare le valigie.

Nonostante la misurazione dei propositi di viaggio sia stata effettuata a conflitto già iniziato, possiamo affermare che al momento non c’è intenzione di mettere un freno alla voglia di vacanza.

Ancora una volta l’Italia sarà la destinazione più scelta con valori sempre superiori al periodo pre-covid. La scelta della destinazione subisce ancora l’impatto della pandemia ma in questo momento è il conflitto Russo-Ucraino ad avere un maggior influsso. Tra i viaggiatori primaverili il 28% sostiene che la meta è influenzata molto dalla pandemia; quota che incrementa fino ad un 37% di viaggiatori che sono invece influenzati dalla guerra.

Non bastassero pandemia e conflitto, dobbiamo ricordare che al tavolo siede un altro invitato scomodo che, allo stato attuale, più degli altri sembra poter influire sulle decisioni degli italiani dei prossimi mesi: inflazione e aumento dei prezzi. Tra i potenziali viaggiatori primaverili 7 su 10 non sono disposti a rinunciare al viaggio ma 5 su 10 sono consapevoli che, pur viaggiando, dovranno stare attenti al budget e, se necessario, fare qualche rinuncia. Tre sono in particolare le strategie per cercare di contenere i costi: evitare ponti e alta stagione; scegliere sistemazioni più economiche rispetto a quanto abituati a fare; ridurre la frequentazione di ristoranti e bar.

È indubbio che gli operatori turistici stanno già guardando all’estate. Da un lato i dati sono rassicuranti: a inizio marzo il 58% prevede di fare vacanze tra luglio e settembre, il dato più alto registrato dal 2018. Dall’altro si riduce la quota di coloro che hanno già prenotato. Si sogna, si programma ma non si concretizza!

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