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L’Italia è tra i Paesi con la popolazione più longeva al mondo: il 24% degli italiani ha, infatti, oltre 64 anni, dato in costante aumento. Un panorama inedito per il nostro Paese, cui il sistema deve rispondere conun approccio volto a migliorare gli stili di vita, stimolare una maggiore prevenzione e mettere a disposizione strumenti utili ad affrontare l’età silver.

Oggi la silver economy, per il segmento over 65, genera in Italia un impatto sul PIL di 350 miliardi di euro e occupazione per 4,6 milioni di persone. Un mercato importante e in crescita, considerate le tendenze in atto e in previsione che dovrà adattarsi ai bisogni di cura di ciascun individuo.

Tra i servizi che concorrono al benessere della popolazione troviamo certamente la ristorazione ospedaliera e sociosanitaria che rappresenta uno degli strumenti imprescindibili per migliorare la salute, promuovere una cultura dell’alimentazione sana e bilanciata e contribuire al wellbeing delle persone.

La nutrizione è, infatti, parte integrante della cura, in particolare nel delicato contesto delle strutture ospedaliere e sociosanitarie. A dimostrarlo è la ricerca Ristorazione Ospedaliera e Sociosanitaria: nuovi scenari ed esigenze” condotta da Nomisma per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT e presentata nella cornice del CIRFOOD DISTRICT di Reggio Emilia nel corso dell’evento “Nutrire è cura. Idee e progetti per un nuovo approccio alla ristorazione ospedaliera e sociosanitaria”. Dalla ricerca, svolta con metodologia CAWI su un campione di 161 responsabili di strutture sociosanitarie, emerge come il servizio di ristorazione ricopra un ruolo centrale nel percorso terapeutico dei pazienti per il 68% degli intervistati poiché garantisce qualità del pasto, rende più piacevole la permanenza dei pazienti, promuove salute e benessere tra i degenti e, soprattutto, li fa sentire meglio sia a livello fisico, sia psicologico.

Nonostante tale riconosciuta centralità, sia in ottica di cura delle persone più fragili, sia in ottica di strumento di welfare per la società nel suo complesso, il settore della ristorazione ospedaliera e sociosanitaria ha sofferto delle conseguenze della pandemia prima, dei rincari dei costi delle materie prime e dell’energia dopo e tutt’ora fa i conti con gare di appalto e disposizioni legate alle offerte di servizio che non sempre riescono a tenere in considerazione il corretto equilibrio tra proposta, costi e sostenibilità.

“È imperativo che tutti gli attori coinvolti collaborino per dare vita a un approccio virtuoso in grado di conciliarele esigenze di tutte le parti, senza perdere di vista l’obiettivo primario della Ristorazione ospedaliera e sociosanitaria, ossia fornire un’adeguata nutrizione al paziente. A questo fine, auspichiamo la creazione di un sistema virtuoso che porti un sempre maggior beneficio ai degenti e alle degenti, all’azienda sanitaria e alle imprese che erogano il servizio di ristorazione. Per questo, abbiamo studiato proposte e soluzioni concrete” ha commentato Alessio Bordone, Sales Executive Director CIRFOOD

A questo proposito, in occasione dell’evento, CIRFOOD ha presentato “Lessis more: il valore sostenibile della ristorazione ospedaliera”, una proposta progettata all’interno del CIRFOOD DISTRICT con il contributo del Prof. Andrea Pezzana, che tiene in considerazione tre declinazioni della sostenibilità: Sociale, Ambientaleed Economica.

Il sistema attuale, infatti, prevede una serie di modelli di servizio complessi e che implicano conseguenze in termini ambientali, di spreco ed economici, generati da un approccio nella stesura dei capitolati d’appalto che, in alcuni casi, non tiene totalmente in considerazione le esigenze degli utenti finali, creando quindi un disequilibriosotto il profilo della sostenibilità a 360 gradi.

La proposta di CIRFOOD, impresa leader in Italia nel settore della ristorazione sociosanitaria, è stata dunque quella di ripensare il sistema della ristorazione ospedaliera attraverso un approccioche si concretizza con: il miglioramento della qualità del servizio, la semplificazione dell’offerta, l’introduzione di un piatto completo serale e la riduzione della quantità di scarti alimentari.

A tal proposito, il dott. Andrea Pezzana ha ricordato come la malnutrizione sia una patologia nella patologia, che va prevenuta usando anche la ristorazione ospedaliera per trattarla. In tal senso, vanno valutate le ricadute dell’alimentazione in termini di salute individuale e ambientale, analizzando il ruolo e le responsabilità della ristorazione collettiva e promuovendo, come avviene presso il CIRFOOD DISTRICT, nuovi scenari smart per la ristorazione ospedaliera, che passano dalla semplificazione dei menu, ad approcci differenti in reparti differenti, alla conoscenza e gestione degli sprechi e degli scarti.

Durante l’evento, il dibattito si è, inoltre, soffermato sulla necessità di elaborare protocolli e progetti che riescano a rispondere alle esigenze dei pazienti più fragili e affetti da disfagia, una disfunzione che crea difficoltà nella deglutizione del cibo che rende complessoil momento dell’alimentazione. In questa direzione, CIRFOOD ha presentato un protocollo capace di creare le condizioni e le modalità idonee affinché i pazienti disfagicipossano godere di un pasto sano, gustoso ed equilibrato durante la degenza. Il protocollo, nello specifico, ha previsto la sperimentazione di oltre 100 ricette di piatti tradizionali e la successiva creazione di menu, capaci di conferire il giusto apporto nutrizionale e proteico, in linea con le disposizioni del Ministero della Salute, e di riproporre il gusto dei piatti della cucina tradizionale.

Come ha affermato Marco Domenicali, Medico Geriatra, Professore Associato di Medicina Interna Università di Bologna, co-fondatore Mysurable, “La nutrizione è fondamentale in tutte le fasi della vita ma, nella terza età, riveste una particolare importanza; infatti, invecchiando la presenza di difficoltà nella masticazione, deglutizione e digestione causata da molte patologie croniche aumenta il rischio di malnutrizione che a sua volta peggiora la qualità della vita. Mantenere una nutrizione corretta e adeguata alle esigenze della singola persona non solo fa vivere più e meglio, ma riduce i costi della gestione delle patologie croniche ed il ricorso a farmaci e integratori. Investire sulla qualità del cibo permette di risparmiare ed al tempo stesso di aumentare la qualità della vita e dell’assistenza”.

A confermare la validità della soluzione ideata da CIRFOOD, l’analisi sul campo, che ha coinvolto per 2 mesi gli oltre 200 ospiti di tre strutture sociosanitarie: i risultati sono stati molto soddisfacenti e i pazienti coinvolti nel progetto hanno registrato un miglioramento nelle condizioni di sarcopenia e malnutrizione.

A supportare CIRFOOD in questo studio sul campo Mysurable, azienda partecipata da AlmaCube S.r.l l’incubatore dell’Università di Bologna, che sviluppa e gestisce soluzioni tecnologiche innovative per misurare lo stato funzionale degli individui legato all’avanzamento dell’età.

Hanno partecipato all’evento: Sabrina Belloi, Vincenzo Centola, Marco Domenicali, Carlotta Galetti, Carlo Pedrolli, Andrea Pezzana, Simona Pioppi, Stefano Reggiani, Mariuccia Rossini e Silvia Zucconi.

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